Giuseppina Turrisi Colonna
a cura di Chiara Natoli
Giuseppina Turrisi Colonna (1822-1848) è stata una poetessa palermitana di età risorgimentale.
«Amor destò la lira
Di Saffo, amor canta Vittoria, e Nina;
Amore nei dolenti
Leggiadri sogni, amor ripeto anch’io:
Ma sol la patria spira
I più fervidi carmi al petto mio!!»
G. Turrisi Colonna, Alla patria
Vita e formazione
Nata a Palermo da famiglia aristocratica, figlia dei baroni Mauro Turrisi e Rosalia Colonna Romano, Giuseppina crebbe accanto ai quattro fratelli, tra i quali Anna, pittrice, e Nicolò, patriota della rivoluzione del ’48, in seguito senatore del Regno di Italia e due volte sindaco del capoluogo siciliano. Immerse nel vivace ambiente culturale che ruotava intorno alla famiglia di dichiarate posizione liberali, Giuseppina e Anna Turrisi Colonna furono avviate allo studio delle lettere e delle arti, godendo di un’educazione privilegiata al pari dei fratelli. Fin da giovanissima Giuseppina si dedicò allo studio delle lingue e delle letterature antiche, traducendo dal greco e dal latino e mettendosi alla prova già all’età di sedici anni con la produzione di versi propri. Precettore privato dei giovani di casa Turrisi Colonna fu il classicista toscano Giuseppe Borghi, stanziato in Sicilia tra il 1835 e il 1838, con il quale la poetessa intrattenne a lungo anche una fitta corrispondenza epistolare quando egli fu costretto dalle autorità borboniche a lasciare l’isola. Pur restando sempre legata a Borghi, al quale la giovane sottopose la propria produzione lirica cercandone l’approvazione, nuovo insegnante di famiglia divenne allora Francesco Paolo Perez, intellettuale palermitano, anch’egli classicista e antiborbonico, di orientamento federalista, tra gli animatori della rivoluzione del ’48. La casa paterna rappresentò dunque per l’autrice un determinante scenario di formazione letteraria, nonché di maturazione di un sentimento patriottico innescato tanto dallo studio appassionato dei classici della letteratura italiana, quanto dall’incontro con gli intellettuali e patrioti frequentati dalla famiglia.
Nel 1845, intraprese un viaggio tra Napoli e Firenze che la introdusse nell’ambiente letterario e intellettuale italiano di stampo liberale. Proprio a Firenze, nel 1846, mediante l’intercessione di Borghi pubblicò per Le Monnier la propria raccolta di Liriche.Rientrata a Palermo e sposatasi con il principe Giuseppe De Spuches, morì dopo aver partorito, nel 1848, a soli ventisei anni.
Attività letteraria
L’esordio sul mercato editoriale di Giuseppina Turrisi Colonna risale al 1841, quando la poetessa diciannovenne pubblicò a Palermo la propria prima silloge poetica dal titolo Alcune poesie, comprendente sedici componimenti e una traduzione da Byron. Più tardi, viaggiando tra Napoli e Firenze, l’autrice entrò in contatto con i circoli intellettuali liberali italiani e, nel 1846, per intercessione di Borghi, pubblicò proprio a Firenze, per Le Monnier, la propria raccolta di Liriche. Rispetto al precedente volumetto palermitano, essa comprendeva adesso cinquantaquattro componimenti, di cui soltanto dodici già apparsi nella stampa del ’41. Ulteriori componimenti inediti, furono raccolti dal marito Giuseppe De Spuches e apparvero postumi in un’edizione pubblicata a Palermo nel 1854.
Tra le liriche di Turrisi Colonna si riconoscono volgarizzamenti dal greco antico, inni religiosi costruiti sul modello manzoniano, componimenti di argomento biografico, versi consacrati a figure letterarie, tra i quali un inno dedicato a Torquato Tasso e un componimento in onore Gaspara Stampa, e infine numerosi componimenti di argomento storico-civile. A quest’ultimo genere appartengono testi poetici dedicati ad alcuni personaggi della storia antica e moderna, soprattutto femminili, assunti ad esempio di eroismo, e testi attraversati da un fervente patriottismo siciliano, tra cui spiccano la canzone Alla patria, e due componimenti intitolati Alle donne siciliane. Proprio questa coscienza femminile, che rivendica spazi di protagonismo e libertà delle donne, è una delle cifre ricorrenti della sua intera produzione poetica.
Luoghi di produzione e relazioni intellettuali
L’epistolario di Giuseppina Turrisi Colonna consente di ricostruire la rete intellettuale intessuta dalla poetessa, nonché i riscontri positivi ottenuti a seguito della pubblicazione e della circolazione dei propri versi. Mediante Borghi, o grazie alle frequentazioni avvenute nella casa paterna, o ancora per propria stessa iniziativa, le poesie giunsero a Guerrazzi, Niccolini, Mamiani, Grossi, D’Azeglio e Giusti, che nelle loro missive si rivolsero all’autrice mostrandole stima e gradimento, e in alcuni casi scorgendo lo spirito civile e patriottico del suo canto per esortarla a darvi seguito. Oltre a Borghi e Perez, a Palermo l’autrice conobbe certamente anche lo storico e patriota Michele Amari, poi in esilio a Londra, al quale Turrisi Colonna propose i propri versi in morte del padre, come attestato da uno scambio di missive tra i due. Apprezzamenti giunsero anche da parte di altre donne italiane di cultura. L’intellettuale e scrittrice fiorentina Isabella Rossi Gabardi Broschi ne lodò per lettera «l’effusione, larga spaziante dello spirito, che si lancia sopra soggetti Patri». E anche una poetessa dalla parabola simile, quale la napoletana Giuseppina Guacci Nobile, le scrisse dichiarandosi sua sincera ammiratrice (Guardione, 1884). Quello di Giuseppina Turrisi Colonna non è l’unico caso di poetessa siciliana di epoca risorgimentale. Attive nell’area palermitana tra gli anni Quaranta e Sessanta dell’Ottocento, sono anche Rosa Muzio Salvo, Concetta Ramondetta Fileti e Laura Li Greci. Sebbene non vi sia alcuna attestazione di incontri tra Giuseppina e queste autrici, il credito goduto dalla poetessa è testimoniato dall’ode In morte di Giuseppina Turrisi Colonna che le dedicò Laura Li Greci, così come dalla citazione, tratta dal componimento Ottavio d’Aragona – composto da Turrisi Colonna e apparso nell’edizione Le Monnier del ’46 – che Rosa Muzio Salvo appose in exergo al poemetto intitolato Roberto, pubblicato a Palermo nella Strenna pel 12 gennaro 1849. Pur non costituendo un gruppo organizzato e coeso, l’esperienza della scrittura femminile risorgimentale in Sicilia si comprende, alla luce del fitto reticolo relazionale che vede scrittrici e poetesse intercettare i medesimi spazi e idee dell’intenso movimento culturale e politico risorgimentale.
Poetica e pensiero
Le liriche di Giuseppina Turrisi Colonna sono state tradizionalmente ricondotte a un intenso sentimento patriottico risorgimentale, colto già dagli estimatori e dalle estimatrici a lei contemporanee, e poi ribadito da tutti i successivi commentatori otto-novecenteschi. Alle radici di tale intonazione civile vi sono tuttavia scelte letterarie e poetiche, maturate nel corso del proprio percorso di formazione, che si affiancano alle passioni e agli ideali antiborbonici cui essa aderì.
L’educazione classicista, ispirata da Borghi e praticata nella lettura e traduzione dei classici antichi lascia infatti un segno indelebile nella produzione di Turrisi Colonna, di cui lo stesso canto patriottico è debitore. Nei versi della poetessa siciliana, la scelta classicista si manifesta innanzitutto nella conoscenza della lingua e della letteratura latina e greca, mostrata nei volgarizzamenti, nella preferenza accordata a Saffo, più volte espressamente evocata. L’amor di patria dei versi della poetessa siciliana raramente fa esplicito riferimento a vicende politiche o ideologiche, assestandosi piuttosto sull’ideale di un di un primato da riconquistare alla luce di un ideale retaggio antico che replica i topoi tradizionali della lirica civile italiana, da Petrarca a Leopardi. Nei suoi componimenti sono, del resto, numerosi i richiami espliciti ai grandi autori della letteratura italiana, assunti a modelli stilistici ed etici: da Dante, ad Alfieri, da Tasso a Monti e Foscolo. La riflessione sui modelli letterari non si limita alla citazione, ma si traduce in una sperimentazione di forme poetiche che rispecchia l’acceso dibattito ottocentesco intorno alle dicotomie tra classici e romantici, antichi e moderni, italiani e stranieri. Il rapporto con i modelli letterari palesa infatti anche la ricezione di suggestioni anti-classiciste, evidenti nel richiamo alla letteratura europea e ad autori come Byron e De Stael. Turrisi Colonna non si sottrae inoltre alla sperimentazione di metri e forme mostrandosi anche in questo caso tutt’altro che una rigida osservatrice di un classicismo conservatore. Tra gli autori italiani centrale risulta la lettura e la ricezione di Manzoni e Leopardi. L’esempio di Manzoni, probabilmente per insegnamento o emulazione di Borghi, risuona apertamente negli inni dedicati a San Michele, San Pietro e San Benedetto ma non resta confinato ai soli versi religiosi. Anche un componimento politico-patriottico come quello intitolato A Giuditta – personaggio biblico ricordato per aver decapitato il comandante assiro Oloferne – pare richiamare, con il ritmo serrato dato dai ripetuti versi tronchi, la poesia politica italiana di tradizione settecentesca e ottocentesca da Monti al Manzoni di Adelchi e Marzo 1821, così come la contemporanea produzione romantico-patriottica da Berchet a Dall’Ongaro. D’altro canto Leopardi diventa nelle mani dell’autrice un modello ideale di classicismo sperimentale, un esempio calzante di passione civile nelle canzoni patriottiche giovanili e l’autore scelto per dar voce alle proprie inquietudini di giovane donna. Archetipo costante di lessico, stile e immagini, il poeta di Recanati risuona tanto nei componimenti più intimi (La sera, Le ricordanze), tanto nei versi patriottici. Il pantehon di modelli che nelle Liriche determina un fitto reticolo di citazioni e riscritture trova però probabilmente la propria cifra più autentica e originale nella contaminazione del canto civile con una linea femminile che, accanto agli autori canonici, dichiara il proprio debito nei confronti delle donne della letteratura classica e italiana. Saffo, Nina Siciliana e Vittoria Colonna sono ricordate nei componimenti civili Canzone e Alla patria, mentre Gaspara Stampa è oggetto di versi nei quali se ne ricordano le sofferenze d’amore. L’attenzione alle figure femminili travalica per di più le esperienze letterarie per abbracciare qualunque biografia di donna ammirevole espunta dalla grande Storia – A Giuditta, Ad Aldruda – o sottratta all’anonimato – Ad una giovane monaca. La costruzione di una linea di modelli letterari femminili e di una genealogia esemplare di eroine è completata sul piano ideologico dalla rivendicazione di spazi di protagonismo e libertà per le donne che dà vita a un patriottismo personale rivisitato da prospettiva di genere, di cui sono esempio le due canzoni Alle donne siciliane.
Critica e ricezione
I versi dell’autrice circolarono in Italia a seguito della pubblicazione dell’edizione palermitana del 1841 e di quella fiorentina del 1846. Già in vita la poetessa ebbe modo di essere conosciuta e apprezzata all’interno dei maggiori circoli intellettuali italiani. Dopo la sua morte, il marito Giuseppe De Spuches si occupò di dare alle stampe nel 1854 un volume complessivo delle poesie contenente anche componimenti inediti. La fama postuma della poetessa in ambito palermitano e siciliano è attestata dagli omaggi che le volsero le poetesse conterranee Laura Li Greci e Rosa Muzio Salvo, nonché dagli informati commenti critici a lei dedicati tra fine Ottocento e inizio Novecento. Fu in particolare Francesco Guardione a occuparsi di raccogliere e pubblicare l’intera produzione poetica di Giuseppina Turrisi Colonna e il suo epistolario, accanto a resoconti biografici e note critiche. Negli anni Duemila la poesia dell’autrice palermitana è stata oggetto di alcuni contributi scientifici, nell’ambito di una più generale riscoperta dei profili biografici e letterari delle scrittrici italiane del Risorgimento, e della specifica vicenda siciliana
Opere e edizioni
Alcune poesie, Palermo, Stamperia di Francesco Lao, 1841
Elegia, Palermo, R. Stamperia, 1844
Liriche, Firenze, Le Monnier, 1846
Poesie edite e inedite, Palermo, Ruffino, 1854
Lettere di Giuseppina Turrisi Colonna a Giuseppe Borghi, Prato, Contrucci, 1875
Poesie di Giuseppina Turrisi Colonna, precedute da un discorso e da una notizia sulle varie edizioni, a cura di Francesco Guardione, Palermo, Virzì, 1886
Poesie di Giuseppina Turrisi Colonna, aggiuntovi i volgarizzamenti, le lettere della stessa e sulla medesima, a cura di Francesco Guardione, Firenze, Le Monnier, 1915
Bibliografia
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Testi digitali
Turrisi Colonna Giuseppina, Liriche, Firenze, Le Monnier, 1846.
Turrisi Colonna Giuseppina, Poesie di Giuseppina Turrisi Colonna, precedute da un discorso e da una notizia sulle varie edizioni, a cura di Francesco Guardione, Palermo, Virzì, 1886