Lucrezia Marinelli

a cura di Giulia Maria Romano

Lucrezia Marinelli (1571 ca.- 9 ottobre 1653) è stata una scrittrice veneziana del tardo Rinascimento e dell’età della Controriforma. 

Che l’uso e non natura ha messo
timor ne l’un, valor ne l’altro sesso

L. Marinelli, Enrico, ovvero Bisanzio acquistato

Vita e formazione
Nata a Venezia negli anni Settanta del Cinquecento – la data esatta è stata recentemente messa in discussione – Lucrezia Marinelli è figlia di Giovanni Marinelli, medico modenese e intellettuale eclettico della seconda metà del secolo, che aveva presto ottenuto una posizione sociale eminente all’interno della città veneziana. Questi, scrittore di medicina e retorica, segnò la formazione del maggiore dei suoi figli, Curzio Marinelli, che divenne medico ed esperto di storia. L’influenza paterna fu indiretta nei confronti di Lucrezia, probabilmente molto giovane quando Giovanni venne a mancare. Ebbe invece un ruolo decisivo per la sua formazione il fratello Curzio: egli si occupò di mantenere Lucrezia fino alle nozze, in virtù del suo talento precoce per gli studi e diversamente da quanto forse avvenne per la sorella Diamantina e da ciò che era previsto al tempo per le donne che dovevano scegliere tra la monacazione e il matrimonio. Visse con Curzio in un’abitazione a Campo dei Squelini presso la parrocchia di S. Pantalone fino al matrimonio e il vivace ambiente domestico, dotato della ricca biblioteca paterna e animato dalle personalità di intellettuali, legate prima al padre e poi a Curzio, fu per l’autrice luogo di formazione e spazio privilegiato di produzione. Ella viene descritta in una condizione di isolamento domestico, impegnata nello studio, nella scrittura, nella musica, attendendo al canto e al liuto. Nel 1607, in età piuttosto avanzata per l’epoca, sposò un amico e collega del fratello, Girolamo Vacca, medico di Chioggia. Dalla loro unione nasceranno i figli Paolina e Antonio. Il matrimonio di Lucrezia segna l’allontanamento dalla casa in Campo dei Squelini e il trasferimento nei pressi di Padova. Alla casa di Venezia, però, tornerà molte volte, vivendo per brevi periodi lontana dal marito e ritornandovi stabilmente dopo la morte del consorte e i matrimoni dei figli. A Campo dei Squelini morirà il 9 ottobre del 1653 per una febbre quartana, probabilmente malaria.  

Attività letteraria
Esordisce a Venezia nel 1595 con La Colomba sacra, poema eroico incentrato sulla vita della martire Colomba di Sens e dedicato a Margherita Gonzaga. Il volume inaugura l’intensa produzione letteraria dell’autrice, rivelando la preferenza accordata all’ottava rima e l’interesse, tutt’altro che esclusivo, per la materia sacra. La sua fama si estende presto oltre i confini della Repubblica di Venezia con la pubblicazione del trattato polemico con cui si inserisce nella querelle des femmes, La nobiltà et l’eccellenza delle donne (1600, 1601), composto in pochissimi mesi su commissione dell’editore Giovan Battista Ciotti. Nonostante le accuse infondate dei lettori che seguirono la pubblicazione de La vita di Maria Vergine imperatrice dell’universo (1602), l’autrice impegna i torchi veneziani a un ritmo serrato e ha modo di mostrare la sua approfondita conoscenza filosofica commentando la riedizione de Le lacrime di San Pietro di Luigi Tansillo per Barezzo Barezzi (1606). La sua attività letteraria subisce un rallentamento dopo il matrimonio (1607), probabilmente in ragione della nascita dei figli. Nel 1617 torna alle stampe con La vita di Maria Vergine, alla quale aggiunge le vite degli apostoli e degli evangelisti e, l’anno successivo, argomentando ed esplicando le allegorie del suo Amore innamorato et impazzato. Si dedica ancora alla composizione di opere agiografiche e al più fortunato poema eroico Enrico, ovvero Bisanzio acquistato (1635). L’ultima opera che dà alle stampe pochi anni prima della morte, le Essortationi alle donne et a gli altri, se saranno loro a grado (1645), segna il ritorno su alcune posizioni polemiche espresse un quarantennio prima nel suo trattato.  

Luoghi di produzione e relazioni intellettuali
La formazione e la produzione di Lucrezia Marinelli sono legate all’ambiente domestico, nel quale ebbe certamente modo di entrare in contatto con alcuni degli intellettuali veneziani vicini prima al padre Giovanni e poi al fratello Curzio. I paratesti e i dati interni alle sue opere costituiscono le uniche fonti di cui disponiamo per ricavare delle informazioni sulle relazioni intellettuali che intrattenne lungo l’arco della sua vita e, in particolar modo, i componimenti in lode dell’autrice ci restituiscono l’immagine di una scrittrice perfettamente integrata nel milieu culturale veneziano: due degli autori dei sonetti in lode preposti a La Colomba sacra, sono opera della penna di Bonzio Leoni e Teodoro Angelucci, iscritti alla Seconda Accademia Veneziana e così anche Celio Magno, poeta con cui l’autrice ebbe uno scambio di sonetti. Ad avvicinare sensibilmente Marinelli all’ambiente dell’Accademia Veneziana e a tracciare i contorni del suo ingresso nel mercato editoriale è in special modo la figura di Lucio Scarano, letterato ed eminente membro dell’Accademia. Significativa è la lettera dedicatoria che compare in tutte le edizioni de La nobiltà et l’eccellenza delle donne, in cui sembra si possa riconoscere una certa familiarità tra Scarano e l’autrice, la quale si firma «come figliuola». Lo stesso Scarano tesserà le sue lodi nella prefazione alla sua Scenophylax (1601), in cui individuerà in Lucrezia Marinelli la persona più istruita con la quale aveva avuto modo di parlare di questioni letterarie che richiedevano una profonda conoscenza della filosofia classica. Alla luce di questi elementi la relazione intellettuale tra Marinelli e Scarano è stata in qualche modo inserita in una dinamica di patronage, avanzando l’ipotesi che egli abbia giocato un ruolo decisivo nel procurare all’autrice i finanziamenti per il suo trattato e nell’affidarne la stampa proprio a Giovanni Battista Ciotti, stampatore ufficiale dell’Accademia (Schnieders, 2021). 

Poetica e pensiero
A rendere oggi celebre Lucrezia Marinelli è senz’altro la vis polemica che anima il suo trattato La nobiltà et l’eccellenza delle donne con il quale si inserisce nella querelle des femmes cinque-seicentesca in risposta a Dei donneschi difetti (1599) di Giuseppe Passi. Il trattato marinelliano, diviso in due parti, esibisce un’analisi filosofica, morale, storica e culturale della presunta inferiorità attribuita alle donne, articolandosi in una pars costruens, che dimostra la superiorità delle stesse, e in una pars destruens, che rivela i difetti degli uomini (Panizza 1999). L’autrice, impiegando al massimo grado le sue conoscenze e competenze in materia filosofica, smentisce la tesi dell’inferiorità della donna per natura e per essenza, afferma la parità di genere e individua nell’educazione l’origine dalla subalternità femminile, avanzando posizioni fermamente antiaristoteliche e demolendo le principali voci misogine dall’antichità fino a Passi. Nondimeno, la sua produzione si distingue per ampiezza e varietà dei generi letterari impiegati con sicurezza e originalità, ancorché con successo e fortuna differente: oltre al trattato filosofico, Marinelli compone agiografie in versi e in prosa, si cimenta nel poema di argomento religioso, storico, allegorico e nel romanzo pastorale in maniera fortemente sperimentale. Di educazione cristiana, l’autrice accoglie le istanze tridentine di diffusione della dottrina cattolica, accordando la sua preferenza alla materia sacra. I personaggi delle sue opere agiografiche, trascelti fra i santi più importanti per la cultura italiana (Colomba, Chiara, Caterina da Siena, Francesco d’Assisi e Maria), sono inseriti in una dimensione esemplare che presenta le loro vite condotte nella perfetta pratica dell’imitatio Christi e le loro gesta informate da un eroismo epico. Nella produzione agiografica e non solo dimostra estrema consapevolezza dell’orizzonte generico in cui si inserisce, in virtù della quale si cimenta in ambiziose contaminazioni di generi letterari, come avviene nel suo De’ gesti eroici in cui è possibile identificare la compresenza di biografia, poema epico e panegirico (Maggi 2011). Nelle opere a carattere religioso più tarde come Le vittorie di Francesco il serafico si riscontra una maggiore e più diffusa adesione a temi e rappresentazioni tipiche della spiritualità barocca: il disprezzo del corpo, la presenza delle tentazioni demoniache e la tendenza umana al male in netto contrasto con la personalità del santo. Sotto il profilo stilistico costituisce una vera e propria dichiarazione di poetica l’avvertenza ai lettori preposta al La vita di Maria Vergine imperatrice dell’universo, nella quale afferma la necessità di impiegare la stessa eloquenza che si conviene alla poesia anche nella prosa religiosa, senza rifuggire il confronto con la Retorica aristotelica, semmai citata con perizia al fine di convalidare la propria scelta poetica: «Adunque io senza timore di reprensione adornerò questa mia narratione di tutti gli ornamenti poetici, ragionando di attioni grandissime, e di persone, che eccedono l’istessa nobiltà. Per la qual cosa potrano vinti da queste ragioni, & autorità coloro che, seguono gli’insegnamenti di Aristotitle lodare, & inalzare questo mio stile, che tiene in se tutto l’ornato dell’eloquenza […]». La proposta dell’autrice risulta aderente alle posizioni di Torquato Tasso nei Discorsi dell’arte poetica e, in effetti, Tasso costituisce uno dei modelli privilegiati nella composizione del suo poema eroico Enrico, ovvero Bisanzio acquistato. Rispettando l’unità dell’azione, il poema, di argomento storico né troppo antico né troppo recente, narra la conquista di Bisanzio nel corso della Quarta Crociata e costituisce occasione per l’autrice di offrire il proprio punto di vista attraverso il discorso letterario circa le misure da adottare contro l’impero ottomano e, al contempo, di condannare la posizione ideologica protestante. Se il proposito di proseguire con le azioni belliche dopo la battaglia di Lepanto può essere letto in filigrana, è indubbia la celebrazione di Venezia come città libera, giusta, caratterizzata dal buon governo e dalla pietà religiosa. Nella costruzione dei personaggi femminili l’autrice dà corpo letterario ad alcune delle posizioni filogine avanzate nel trattato su La nobilità, presentando eroine lontane tanto dalla Bradamante ariostesca quanto dalla Clorinda tassiana: guerriere forti, indipendenti e autonome, mai implicate in vicende sentimentali, le cui capacità belliche non costituiscono un’eccezione per il loro genere ma il frutto dell’educazione alle armi. In una delle opere più tarde, le Essortazioni, Marinelli sembra non voler essere ricordata per il suo La nobiltà (Benedetti 2008) e riprende le posizioni del trattato filosofico giovanile rovesciandole: le donne divengono materia da plasmare per i mariti, sono esortate alla vita appartata e scoraggiate dal vano impegno letterario, in un più ampio accordo concesso all’autorità aristotelica. 

Critica e ricezione
Lucrezia Marinelli fu celebre e lodata dai suoi contemporanei come esperta di filosofia e autrice dallo stile elegante, sebbene i giudizi positivi furono spesso animati da toni paternalistici: Agostino Superbi la inserisce nel terzo libro del suo Trionfo glorioso d’heroi illustri et eminenti dell’inclita et maravigliosa città di Venezia (1629) alla voce «donne nelle lettere singolari», rilevando quell’eccezionalità che spesso preannuncia l’oblio. Dopo la morte dell’autrice, infatti, la maggior parte delle sue opere non godettero di grande fortuna. Le sue Rime sacre (1603) furono integralmente ristampate in Rime delle signore Lucrezia Marinella, Veronica Gambara, ed Isabella di Morra di nuovo date in luce da Antonio Bulifon (1693) e una loro selezione fu inserita tra i Componimenti poetici delle più illustri rimatrici d’ogni secolo di Luisa Bergalli (1726). Il suo poema sulla Quarta crociata, l’Enrico, fu uno dei pochi testi ristampati. Nei secoli successivi, se menzionata, è oggetto di biasimo per l’adesione al gusto barocco del suo secolo o frettolosamente segnalata tra gli epigoni del poema tassiano nel Seicento, mentre il resto della sua produzione rimane sotto silenzio. Sul finire del Novecento la fama dell’autrice è rinnovata dall’interesse degli studi di genere per le voci femminili che emergono in seno alla querelle des femmes, legata dunque al suo trattato La nobiltà et l’eccellenza delle donne che anche in vita le aveva assicurato celebrità oltralpe. Il trattato risulta ancora oggi la sua opera più conosciuta e studiata, alla cui diffusione ha senz’altro contribuito nel contesto britannico la traduzione inglese a cura di Letizia Panizza e Anne Duhill. L’interesse si è altresì esteso alle più tarde Essortazioni. Anche il poema epico Enrico, ovvero Bisanzio acquistato è stato oggetto di studio per l’eccezionalità che rappresenta nel panorama veneto e in relazione al modello della Gerusalemme liberata. È invece rimasta nell’ombra la restante parte della sua produzione, che per prima Virginia Cox ha indagato in maniera complessiva. Negli anni più recenti, soprattutto nel contesto italiano, si riscontra un incipiente interesse rivolto tanto alle opere sacre quanto alle giovanili, come testimoniano le edizioni moderne a cura di Armando Maggi.  

Opere e edizioni
La colomba sacra poema heroico. Con privilegio, in Venetia per Gio. Battista Ciotti Senese, al segno della Minerva, 1595. 
Vita del serafico, et glorioso s. Francesco descritto in ottava rima. […] Con un discorso del Rivolgimento Amoroso, verso la somma Bellezza. Con privilegio, in Venetia per Pietro Maria Bertano & Fratelli, 1597.  
Amore innamorato, et impazzato, poema in ottava rima, in Venetia, s.t., 1598. 
Le nobiltà et eccellenze delle donne et i diffetti et mancamenti de gli huomini. Discorso di Lucrezia Marinella in duo parti diviso […]. Con privilegio, et licenza de’ Superiori, in Venetia per Gio. Battista Ciotti Senese, al segno della Minerva, 1600.  
Le nobiltà, et l’eccellenza delle donne, co’ diffetti, et mancamenti de gli huomini. Discorso di Lucrezia Marinella in duo parti diviso […]. Ricorretto, et accresciuto in questa seconda impressione. Con privilegio, et licenza de’ Superiori, in Venetia per Gio. Battista Ciotti Sanese, All’Insegna dell’Aurora, 1601.  
La vita di Maria Vergine Imperatrice dell’universo descritta in prosa & in ottava rima da Lucretia Marinella. Con copiosissima tavola delle cose più importanti, & privilegio, in Venetia per Barezzo Barezzi & compagni, 1602. 
Vita del serafico, et glorioso s. Francesco descritto in ottava rima. […] Con un discorso del Rivolgimento Amoroso, verso la somma Bellezza. Con privilegio in Venetia per Pietro Maria Bertano, 1602. 
Rime sacre della molto illustre sig. Lucretia Marinella. Fra le quali è un poemetto, in cui si racconta l’historia della Madonna dipinta da San Luca, che è su’l monte della Guardia nel tenitorio di Bologna. Con Licenza De’ Superiori e privilegio, in Venetia ad instanza del Collosini, 1603. 
Arcadia felice. Con Privilegio, in Venetia per Gio. Bat. Ciotti, 1605.  
Scielta d’alcune delle rime sacre della m. illustre sig. Lucretia Marinelli: alla illust. sig. la signora Cornelia Casale, in Bergamo per Comin Ventura, 1605. 
Vita del serafico, et glorioso s. Francesco descritto in ottava rima. […] Con un discorso del Rivolgimento Amoroso, verso la somma Bellezza. Con privilegio in Venetia per Barezzo Barezzi, 1605. 
Le lacrime di san Pietro di Luigi Tansillo poema sacro con gli Argomenti et allegorie di Lucrezia Marinella, in Venetia per Barezzo Barezzi, 1606. 
Vita del serafico, et glorioso s. Francesco descritto in ottava rima. […] Con un discorso del Rivolgimento Amoroso, verso la somma Bellezza. Con privilegio in Sette canzoni di sette famosi autori in lode del serafico P. S. Francesco e del sacro Monte della Verna. Raccolte da F. Silvestro da Poppi, minore osservante, in Fiorenza, Caneo Grossi, 1606. 
Vita di Santa Giustina in ottava rima, Firenze, s.t., 1606.  
La Vita di Maria Vergine imperatrice dell’universo descritta in prosa, & in ottava rima dalla molto illustre sig. Lucretia Marinella. Dalla stessa ampliata, & aggiuntevi le Vite de’ dodeci heroi di Christo, e de’ Quattro Evangelisti […]. Con la Tavola delle cose più memorabili. Con licenza de’ Superiori, e Privilegio, in Venetia per Barezzo Barezzi, 1617.  
Amore innamorato, et impazzato poema di Lucretia Marinella. Con gli Argomenti & Allegorie à ciascun Canto. Con Licenza de’ Superiori, & Privilegi, in Venetia per Gio. Battista Combi, 1618. 
Le nobiltà, et l’eccellenza delle donne, co’ diffetti, et mancamenti de gli huomini. Discorso di Lucrezia Marinella in duo parti diviso […]. Ricorretto, et accresciuto in questa terza impressione. Con licenzia de’ Superiori, e Privilegio, in Venetia per Gio. Battista Combi, 1621.  
De’ gesti heroici e della Vita Maravigliosa della serafica S. Caterina da Siena. Con Licenza de’ Superiori, e Privilegi, in Venetia per Barezzo Barezzi, 1624. 
L’Enrico, overo Bisantio acquistato, poema heroico. Con Licenza de’ Superiori. Et Privileggio, in Venetia per Ghirardo Imberti, 1635. 
L’Enrico, overo Costantinopoli acquistato. Poema eroico, in Venetia per Ghirardo Imberti, 1641.  
Le vittorie di Francesco il serafico, li passi gloriosi della diva Chiara, in Padua per Giulio Crivellari, 1643.  
Essortationi alle donne et a gli altri, se saranno loro a grado, di Lucretia Marinella, in Venetia per Francesco Valvasense, 1645.  
Holocausto d’amore della vergine Santa Giustina in ottava rima, in Venetia per Matteo Leni, 1648. 
Rime delle signore Lucrezia Marinella, Veronica Gambara, ed Isabella di Morra di nuovo date in luce da Antonio Bulifon, Napoli, Antonio Bulifon 1693. 
Quattordici brevi componimenti poetici, in Componimenti poetici delle più illustri rimatrici d’ogni secolo, a cura di Luisa Bergalli, in Venetia per Antonio Mora, 1726. 
Le lacrime di san Pietro di Luigi Tansillo poema sacro con gli Argomenti et allegorie di Lucrezia Marinella ed un discorso di Tommaso Costo […], in Venetia per F. Piacentini, 1738. 
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Arcadia felice, a cura di Françoise Lavocat, Firenze, Olschki, 1998. 
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L’Enrico, ovvero Bisanzio acquistato: poema eroico, a cura di Maria Galli Stampino, Modena, Mucchi, 2011. 
De’ gesti eroici e della vita maravigliosa della Serafica S. Caterina da Siena, a cura di Armando Maggi con la collaborazione di Elizabeth Fiedler, Michael Subialka e Ryan Gogol, Ravenna, Longo, 2011. 
Exhortations to Women and to Others if they Please, traduzione a cura di Laura Benedetti, Toronto, Iter and Centre for Reformation and Renaissance Studies, 2012.  
Vita del serafico et glorioso S. Francesco e Le vittorie di Francesco il Serafico, Li passi gloriosi della diva Chiara, a cura di Armando Maggi con la collaborazione di Silvia Giuslandi et alii, Ravenna, Longo, 2018.  
Amore innamorato et impazzato, a cura di Armando Maggi, Ravenna, Longo, 2023. 

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Autrice Marinelli Lucrezia
Secolo XVII
Genere letterario Narrativa, Poesia, Trattatistica
Testi digitali Libro antico