Pellegra Bongiovanni Rossetti

a cura di Anna Negri

Pellegra Bongiovanni Rossetti (1700? – 1770) è stata una poetessa palermitana iscritta all’Accademia dell’Arcadia.

«Meco dentro di me così ragiono:
perché incolpar mi vuoi del tuo dolore?
Se innocente cagion ti fui d’amore,
di qual mia colpa chiederò perdono?»

P. Bongiovanni Rossetti, Risposte a nome di Madonna Laura alle rime di Messer Francesco Petrarca

Vita e formazione
Pellegra Bongiovanni nacque a Palermo, figlia di Vincenzo Bongiovanni, pittore palermitano che studiò con Pietro Novelli e poi a Roma con Del Po’, che lavorò alla chiesa della Gancia e che morì all’Ospedale Grande di Palermo. Di lei si scrive che «ha mostrato il suo talento in moltissime figure, le quali si vedono dilicatamente intagliate» (Di Blasi, 1737) e che praticò, oltre alla scultura, le arti pittoriche, la musica e la poesia. Fu di «onesti costumi» e coltivò un particolare entusiasmo per il bello e le belle lettere: studiò la storia degli antichi greci e dei romani, imparandone le lingue, e «riunir seppe la Poesia, la Musica, e la Pittura, e servir fece le parole, la melodia, il ritorno, e l’imitazione della natura a concorrere alla produzione di Imagini belle, e nuove, e di idee raffinate, ed originali» (Ortolani, 1821). Morì quasi certamente a Roma nel 1770.

Attività letteraria
Nel 1762 diede alle stampe le Risposte a nome di Madonna Laura alle rime di messer Francesco Petrarca in vita della medesima, raccolta poetica pubblicata a Roma per Franzesi e Paperi e poi ristampata a Milano per Galeazzi nel 1763. Il canzoniere fu dedicato al cardinale Neri Corsini e la rese celebre. Secondo Quadrio e Crescimbeni, Bongiovanni compose anche due drammi per musica – attualmente introvabili –, l’Aminta e l’Aristodemo, e l’oratorio a quattro voci dal titolo La madre della patria Santa Rosalia, eseguito sul carro della santa patrona di Palermo nel 1764 con la musica di Michele Maurici. Alcuni suoi componimenti si registrano inoltre in pubblicazioni d’occasione, come le Rime per le nozze del Sig. Co. Gaspare Giusti […] con Maddalena Trissino (1742), o la Raccolta di poetici componimenti per le solenni nozze di Sue Eccellenze li Signori Co. Ludovico Manini ed Elisabetta Grimani (1748). Una ricognizione completa delle miscellanee che contengono suoi testi si trova nell’edizione delle Risposte curata da Tatiana Crivelli e Roberto Fedi del 2014 (pp. XXX-XXXI).

Luoghi di produzione e relazioni intellettuali
Dopo un’infanzia trascorsa a Palermo, dove probabilmente fu iscritta all’Accademia dei Riaccesi, prima del 1742 Bongiovanni si trasferì a Roma e sposò l’avvocato Jacopo (o Giacomo) Rossetti, dal quale sappiamo che ebbe almeno una figlia di nome Marianna. Il fervido ambiente romano la accolse con entusiasmo e, forse dopo il 1737, l’Accademia dell’Arcadia le aprì le porte e la annoverò tra i suoi poeti e poetesse con il nome pastorale di Ersilia Gortinia. Grazie alla sua crescente fama, fu apprezzata da Quadrio e Crescimbeni e ottenne l’ammirazione dei suoi conterranei, fra i quali figurano Casimiro Drago, che le scrisse lettere e le chiese consigli sulle sue traduzioni delle Bucoliche virgiliane, Bernardo Bonaiuto, che le sottopose i suoi scritti, e Vincenzo Di Blasi, che la inserì tra le donne di cultura nella sua Apologia filosofico-storica del 1737. Rappresentò una figura di riferimento per la società romana del tempo: in seno all’accademia fu tra le pochissime donne chiamate a celebrare importanti occasioni e a omaggiare illustri personalità, e intratteneva contatti diretti con rappresentanti della cultura e del clero romani.

Poetica e pensiero
La poesia di Bongiovanni riflette il «buon gusto» dell’Arcadia settecentesca. I suoi componimenti sono guidati da una concezione amorosa che risente del neoplatonismo rinascimentale, attraverso la lente arcadica, e del ruolo della Ragione illuministica, sfruttando in modo originale l’intertestualità per risemantizzare i testi dei RVF (pensiamo, per esempio, ad alcuni riferimenti a poemi epico-cavallereschi solitamente preclusi a un canzoniere petrarchesco). Il petrarchismo in chiave femminile viene utilizzato in maniera nuova: con metri petrarcheschi perfetti, talvolta costruiti con le stesse parole-rima del poeta, Bongiovanni sovverte con consapevole fermezza l’evanescenza della Laura petrarchesca per darle il corpo e la voce di una donna del Settecento che si relaziona da pari alla controparte maschile. Non si tratta, dunque, di semplice poesia amorosa dedicata a un soggetto maschile e neppure di una riscrittura spirituale o parodica (Crivelli, Fedi, 2014). Nei 235 componimenti che si susseguono, tra sonetti e canzoni, gli argomenti del poeta vengono di volta in volta rovesciati a vantaggio di madonna Laura (personificata nell’autrice), che già dal sonetto incipitario risponde per le rime con il fermo «Tal mi festi apparir qual’io non sono». Pellegra Bongiovanni può essere considerata emblema della costruzione di un immaginario nuovo ad opera delle donne settecentesche, in particolare delle arcadi: il canzoniere assume un carattere programmatico, rivela la piena partecipazione della poetessa alle discussioni illuministiche intorno ai concetti di uguaglianza fra i sessi e di autonomia della donna e si configura, così, come un vero e proprio dialogo attraverso i secoli. Presentando l’opera secondo il tradizionale topos dell’inadeguatezza e della modestia femminile («Nelle quali [rime] quanto di debole si ravviserà, spero che perdonerassi all’imbecillità del mio sesso; e se punto vi s’incontrerà di lodevole, attribuirassi alla forza dell’imitazione»), nell’Avvertimento che apre la raccolta, Bongiovanni camuffa il rifiuto della valutazione dei suoi versi come mera opera di imitazione, e sfrutta il divario cronologico e il dibattito coevo per costruire una figura (letteraria) di donna completamente rinnovata. Lo «stretto rispondere» bongiovanneo si presenta come consapevole elemento di novità e rappresenta «un’operazione sovversiva di appropriazione e rinnovamento del discorso amoroso che costituisce il tratto più originale e moderno della proposta della poetessa arcade» (Crivelli, Fedi, 2014).

Critica e ricezione
La critica ottocentesca non accolse di buon grado la sua produzione, se pensiamo che nel 1832 Antonio Lombardi, continuando la Storia letteraria di Tiraboschi, non tenne in considerazione la struttura dialogica del canzoniere e definì le Risposte una semplice variazione “al femminile” del Canzoniere petrarchesco, sminuendolo dunque in forma di esercizio privo di efficacia. Nel 1859, Scinà considerò i suoi versi come frutto di grande impegno ma privi di alcun valore, una miscela di miserabile ottusità che avrebbe disinnescato l’amore di Petrarca (Briante, Lear, Pisacane, 2019). Una giovane Pellegra Bongiovanni, indaffarata nello studio del padre a Palermo, compare nel romanzo I Beati Paoli di Luigi Natoli, apparso inizialmente in appendice sul «Giornale di Sicilia», in duecentotrentanove puntate, dal 6 maggio 1909 al 2 gennaio 1910. La figura della poetessa era stata recuperata da Mario Foresi, che nel 1884 le aveva dedicato il libriccino Francesco Petrarca e la donna. Una Madonna Laura del settecento, nel tentativo di ritrovarne la voce sepolta in virtù della personificazione di una Laura settecentesca nella poetessa palermitana. Negli anni successivi, le opere che registrano il nome di Bongiovanni ne parlano in maniera non proprio lusinghiera (laddove è previsto un approfondimento sulla sua opera): le Risposte a nome di Madonna Laura sono state a lungo considerate una testimonianza priva di valore dell’influenza di Petrarca nel Settecento, componimenti «scipiti» perché costruiti sulle stesse rime dei Rerum Vulgarium Fragmenta. Questo forte giudizio (a volte pregiudizio) di valore ne ha condizionato lo studio e la trasmissione e perdura almeno fino agli anni Novanta del secolo scorso, se pensiamo alla pagina a lei dedicata del Dizionario Biografico degli Italiani (vol. 12, 1971) e alla ridicolosità della quale la investe Elisabetta Graziosi tra il 1991 e il 1992, in una pubblicazione per il terzo centenario dell’Arcadia. Solamente negli ultimi anni, grazie al lavoro di Tatiana Crivelli e di Roberto Fedi, la vita e l’opera di Pellegra Bongiovanni sono state riscoperte e rivalutate nell’edizione del 2014 delle Risposte, pubblicata per Antenore.

Fondazioni e Archivi
Il Fondo Ferraioli della Biblioteca Apostolica Vaticana conserva un esemplare manoscritto delle Risposte a nome di Madonna Laura donato dall’autrice stessa (come recita la nota manoscritta in latino). Le copie a stampa del canzoniere del 1762 e del 1763 si trovano in diverse biblioteche nazionali.

Opere e edizioni
Rime per le nozze del Sig. Co. Gaspare Giusti con […] Maddalena Trissino dal Velo d’Oro raccolte e dedicate da Bartolomeo Ziggiotti, in Verona per J. Vallarsi, 1742.
Aminta [dramma per musica, data ignota ma ante 1744 secondo le fonti, testo irreperibile]
Aristodemo [dramma per musica, data ignota ma ante 1744 secondo le fonti, testo irreperibile]
Adunanza tenuta dagli Arcadi per la ricuperata salute della Sacra Real Maestà di D. Giovanni V, Rè di Portogallo, in Roma per Stamperia di Antonio de’ Rossi, 1744.
Raccolta di poetici componimenti per le solenni nozze di Sue Eccellenze li Signori Co. Ludovico Manini ed Elisabetta Grimani, in Venezia per P. Bassaglia, 1748.
Rime per le felicissime nozze del nobil’uomo il Signor Marchese Bartolomeo Verzoni con […] Maria Maddalena Bianchi, in Lucca per Salani e Giuntini, 1749.
Risposte a nome di Madonna Laura alle rime di Messer Francesco Petrarca, Roma, Franzesi e Paperi, 1762; ristampa Milano, Galeazzi, 1763.
Adunanza tenuta dagli Arcadi per l’elezione della Sacra Real Maestà di Giuseppe II, Re de’ Romani, in Roma per Francesco Bizzarrini Komarek, 1764.
Applausi poetici per le felicissime nozze del Nobil Uomo il Signor Gio. Jacopo Burlamacchi con Anna Laura Cristina Nobili, in Lucca per Riccomini, 1764.
La madre della patria / S. Rosalia / Oratorio a quattro voci / di Pellegra Bongiovanni / palermitana / fra gli Arcadi di Roma Ersilia Gortinia / dedicato all’eccellentissimo / Senato Palermitano […]. Musica di D. Michele Maurici, maestro di Cappella dell’Eccellentissimo Senato, Palermo, Regia Stamperia di D. Giacomo Epiro, 1764.
Almanacco delle Dame, in Palermo per la Stamperia Reale, 1816.
Risposte a nome di Madonna Laura alle rime di messer Francesco Petrarca in vita della medesima, a cura di Tatiana Crivelli e Roberto Fedi, Roma-Padova, Editrice Antenore, 2014.

Bibliografia
Arbizzoni Guido, Una riscrittura cinquecentesca del Petrarca: ‘I sonetti, le canzoni et i triomphi di M. Laura’, in Scritture di riscritture. Testi, generi, modelli nel Rinascimento, a cura di Giancarlo Mazzacurati e Michel Plaisance, Roma, Bulzoni, 1987.
Briante Elisa, Lear Marena, Pisacane Gerardo, #LauraSpeaks: Remediations of Pellegra Bongiovanni’s “Risposte”, «Humanist Studies & the Digital Age», vol. 6, n. 1, 2019.
Crivelli Tatiana, La donzelletta che nulla temea. Percorsi alternativi nella letteratura italiana tra Sette e Ottocento, Roma, Jacobelli, 2014.
Fedi Roberto, Sole e pensosi. Censura, parodia e fortuna di un sonetto petrarchesco (‘RVF’ XXXV), «Lingua e stile», n. 26, 1991.
Foresi Mario, Francesco Petrarca e la donna. Una madonna Laura del Settecento, Rocca San Casciano, Cappelli, 1884.
Graziosi Elisabetta, Arcadia femminile: presenze e modelli, «Filologia e critica», n.17, 1992.
Mozzi Giulio, Vite parallele e fantastiche di Pellegra Bongiovanni e Teresa Bandettini, Viterbo, Tetra Edizioni, 2023.
Ortolani Giuseppe Emanuele, Biografia degli uomini illustri della Sicilia ornata de’ loro rispettivi ritratti, Napoli, Niccola Gervasi, 1817-1821.

Autrice Bongiovanni Rossetti Pellegra
Secolo XVIII
Genere letterario Poesia, Traduzione
Testi digitali Libro antico